lunedì 7 dicembre 2015

Le letture di dicembre. Magnus Chase, Magisterium e Il mito di Sisifo

Buongiorno compulsivo a tutti,
esordisco rubando le parole alla Bradamante di Calvino (Il cavaliere inesistente):


E così, dopo un lungo silenzio, eccomi di ritorno, più compulsiva che mai, pronta a lasciarmi alle spalle il passato e correre verso un gioioso avvenire (?). Prima però mi piacerebbe raccontarvi le mie ultime letture. Pronti? Procediamo.

Magnus Chase. The Sword of Summer
Non potevo aspettare la versione italiana: ormai io e Rick Riordan siamo così in confidenza che leggo tutto ciò che scrive appena pubblicato (probabilmente lo leggerei anche in tedesco). La spada dell'estate (nel frattempo pubblicata anche in italiano da Mondadori) è il primo volume di una nuova pentalogia, dedicata stavolta alle divinità norrene. Protagonista della serie è Magnus, sedicenne senza fissa dimora il cui cognome - Chase - dovrebbe giustamente far scattare un bel campanello nella mente dei lettori. Da anni sostengo che Riordan è un autore che migliora a ogni libro. Mi spiace dire che, nonostante io abbia gradito La spada dell'estate, qui non ho visto miglioramenti da Blood of Olympus. Forse Rick ha in serbo il meglio per i prossimi volumi o forse no, o forse sono più ansiosa di leggere The trials of Apollo, che si collegherà più direttamente alle vicende di Percy & Co. Sta di fatto che, dovessi dargli un voto, sarebbe una B non piena.

Magisterium 2. The Copper Gauntlet
Allora con questa serie di Cassandra Clare e Holly Black ho un rapporto un po' strano. Gravita tutto attorno a un unico interrogativo: perché continuo a leggerla? La risposta onesta è "non lo so", seguita da un più analitico "perché voglio vedere dove va a parare". Certo è che questo libro, che non esiterei a definire grezzamente "striminzito", si legge in un pomeriggio e non racconta quasi nulla. Si basa su equivoci che si potrebbero risolvere con facilità se solo i personaggi parlassero un po' di più. In alcuni passaggi è sin troppo potteriano e in altri sembra una fanfiction Drarry. Il che mi riporta alla domanda originaria. Perché continuo a leggerla? Forse la risposta giusta è "dopo questo libro non continuerò"

Il mito di Sisifo
Un bel pomeriggio uno dei miei amici su Facebook - nemmeno ricordo chi - condivise un articolo dell'Internazionale in cui si parlava di Camus e di questo suo libro che affrontava il tema del suicidio. L'articolo rifletteva sulla vita e sul suo senso e diceva, in sostanza, che anche se un senso la vita non ce l'ha, è bella lo stesso. Incuriosita, mi sono precipitata su Ibs a comprarlo. Nel corso di una successiva conversazione telefonica, mia madre mi avvisò: "Camus è frustrante" disse. Saggiamente, aggiungo. 

Ci ho provato in tutti i modi e non sono ancora riuscita a finire il libro, che evidentemente ha deciso di copiare la vita e non avere un senso. O forse sono io che non l'ho colto. Magari lo riprovo durante le vacanze di Natale, giusto per non essere troppo felice. 

Ho letto anche altre cosette, ma non voglio parlarne ora. Vi dirò che mi sto attualmente cimentando con il thriller di Natsuo Kirino Pioggia sul viso, che sto trovando gradevole seppure non un capolavoro. Non so ancora cosa figurerà tra le mie prossime letture. 

Porgendovi i consueti saluti compulsivi, vi do appuntamento alla prossima,
a presto,
B. 

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