venerdì 12 dicembre 2014

Lo Hobbit - La battaglia delle cinque armate

Buongiorno compulsivo a tutti,
ieri sera, in quel di Roma, la vostra Bookaholic ha partecipato alla proiezione stampa dell'atteso Lo Hobbit - La battaglia delle cinque armate, episodio conclusivo della trilogia cinematografica di Peter Jackson ispirata al romanzo Lo Hobbit di JRR Tolkien. Se siete curiosi di sapere cosa me ne è parso saltate direttamente a leggere la mia opinione sul film. Se non siete curiosi, perché siete su questo blog? Anyway...

Martin Freeman ci piace tanto, che sia medico o hobbit

La trama

Lo Hobbit: la Battaglia delle Cinque Armate porta a un'epica conclusione delle avventure di Bilbo Baggins, Thorin Scudodiquercia e la Compagnia di Nani. Dopo aver reclamato la loro patria dal drago Smaug, la compagnia ha involontariamente scatenato una forza letale nel mondo. Infuriato, Smaug abbatte la sua ira ardente e senza pietà alcuna su uomini inermi, donne e bambini di Pontelagolungo.
Ossessionato soprattutto dal recupero del suo tesoro, Thorin sacrifica l'amicizia e l'onore e mentre i frenetici tentativi di Bilbo di farlo ragionare si accumulano, finiscono per guidare lo Hobbit verso una scelta disperata e pericolosa. Ma ci sono anche pericoli maggori che incombono. Non visto, se non dal Mago Gandalf, il grande nemico Sauron ha mandato legioni di orchi in un attacco furtivo sulla Montagna Solitaria.
Mentre l'oscurità converge sul conflitto in escalation, le razze di Nani, Elfi e Uomini devono decidere se unirsi o essere distrutte. Bilbo si ritrova così a lottare per la sua vita e quella dei suoi amici nell'epica Battaglia delle Cinque Armate mentre il futuro della Terra di Mezzo è in bilico.

Il trailer ufficiale


La mia opinione sul film

Come sempre, una premessa: ho letto Lo Hobbit, ma sono passati anni e onestamente lo ricordo pochissimo, quindi la mia recensione non sarà tolkieniana ma cinematografica. Cinematograficamente parlando Un viaggio inaspettato è l'unico film di questa nuova trilogia di Jackson che sia riuscito a emozionarmi. Guardandolo ho sentito qualcosa, mi sono riconosciuta nella lotta di questo piccolo mezzo uomo per trovare la sua dimensione in un contesto nuovo e spaventoso. E poi c'era l'incontro con Gollum. 
La desolazione di Smaug non ha offerto molto tranne la dinamica Bilbo-Smaug, resa interessante - soprattutto nella versione originale - grazie anche all'affiatamento tra Martin Freeman e Benedict Cumberbatch, già colleghi in Sherlock
La battaglia delle cinque armate non è un film mediocre: si lascia guardare e non annoia, la messa in scena è sempre godibile e nel complesso le parti filler si armonizzano nella trama senza infastidire lo spettatore. Però non c'è stata una scena in particolare che mi abbia insegnato qualcosa o fatto provare qualcosa. Un paio di sequenze, addirittura, mi hanno fatto pensare what the fuck, come certe acrobazie di Legolas (Orlando Bloom) decisamente troppo videoludiche, o le scenette (di cui non si sentiva bisogno) con Alfred Leccasputo (...). 
Ho apprezzato - più di quanto mi aspettassi a onor del vero - la storyline di Tauriel (Evangeline Lilly). Sin dall'inizio non mi è piaciuta Tauriel, o meglio non mi è piaciuto come gli sceneggiatori abbiano buttato alle ortiche l'idea di inserire una guerriera (quindi un personaggio femminile che fosse un'eroina e non una damigella in difficoltà) semplicemente per creare una love story nel film. Tuttavia guardando l'evoluzione del rapporto tra Tauriel e Kili (Aidan Turner) in questo terzo episodio mi sono resa conto che il punto di vista attraverso cui si vive la love story sullo schermo è quello di Tauriel. Quindi non abbiamo una donna oggetto (elfa oggetto?) ma piuttosto un uomo oggetto (o nano oggetto?) e Tauriel e Kili si salvano più volte a vicenda: il loro rapporto quindi si muove su un piano di assoluta parità. 
Sempre a proposito di personaggi femminili, abbiamo un paio di scene in cui la Galadriel di Cate Blanchett dà il meglio di sé e usa i suoi poteri in modo davvero terrificante. Non dico altro, ma vedrete. 
Bravissimi Martin Freeman, Ian McKellen, Richard Armitage, Lee Pace e Luke Evans. Ho apprezzato in particolare come Armitage e Pace siano riusciti a interpretare dei personaggi né totalmente positivi né totalmente negativi: Thorin ha ceduto alla malattia dell'oro e Pace non ha saputo preferire la pace (perdonate il gioco di parole) alla guerra. In generale tutto il film è riuscito a far passare il concetto che il potere logora e non credo che sia stato fatto in modo accidentale. Tra l'altro, sono io che penso troppo o anche un'affermazione come "la casa non è l'oro" può essere interpretata come un cenno alla politica del mattone e quindi avere implicazioni interpretative che riportano all'economia politica? In fondo da sempre il fantasy è metafora della realtà. 
In conclusione, un film da vedere in cerca di significati nascosti e per apprezzare il lavoro dell'ottimo cast e la splendida messa in scena, ma che non offre momenti di pura emozione da portarsi dietro. 

E voi vedrete il film? Avete letto il libro? Che ne pensate?
Saluti compulsivi a tutti,
B. 


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